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Solo un paziente su 2 segue le prescrizioni del medico

Sanità pubblica Redazione DottNet | 13/01/2017 11:24

I dati arrivano dall'Oms: se ne parla al Winter Village dell'Osservatorio Onda

Su due miliardi di prescrizioni mediche l'anno a livello mondiale, solo la metà sono seguite correttamente dai pazienti. In particolare, un terzo le segue in pieno, un terzo solo in parte e il restante terzo non le segue affatto. Sono dati OMS citati da Francesca Merzagora, Presidente ONDA, Osservatorio Salute Donna, per presentare Winter Village, convegno aperto al pubblico che dal 17 al 22 gennaio, darà indicazioni sul corretto uso dei farmaci (non solo da parte delle donne) e ospiterà specialisti che ai visitatori offriranno consigli per correggere eventuali abitudini scorrette.


    Ma il problema dei problemi sta nella diagnosi della malattia a uno stato precoce e nella scrupolosa aderenza alla terapia.     Così Claudio Mencacci, presidente della Società di Psichiatria (Sip) ha proposto una più stretta collaborazione con i medici di famiglia per fissare - ad esempio in merito alla depressione - precisi sintomi che indichino la necessità di inviare il paziente allo specialista. Ma c'è anche un enorme gap fra la prevalenza stimata delle malattie e l'accesso alla diagnosi e alle cure: "Tra ansia, depressione, disturbo bipolare, schizofrenia - dice Mencacci - sono almeno 16 milioni i pazienti in Italia, ma sono solo un milione coloro che si rivolgono ai centri di salute mentale. E tutti gli altri?".

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    Stessi concetti da parte di Matteo Piovella, Presidente della Società di Oftalmologia (Soi): "Si calcola siano almeno 300 mila coloro che in Italia hanno un problema di Maculopatia, ma solo per 100 mila di essi si riesce a impostare una terapia corretta, perché i relativi farmaci, che altrove sono disponibili normalmente, in Italia sono in fascia H, solo in ospedale".


    E in campo diabetico la situazione è, se possibile, peggiore, a sentire Nicoletta Musacchio, Presidente dell'Associazione Medici Diabetologi (Amd): "Il 65% dei pazienti a un anno dalla diagnosi non assume i farmaci in modo corretto e il 40% dopo 12 mesi interrompe la terapia". Per Musacchio, nel diabete, il medico bravo non è quello che diagnostica subito ma quello che responsabilizza maggiormente il paziente".     E per Claudio Cricelli, Presidente Società di Medicina Generale (Simg) (nella foto), compito del medico di famiglia è anche farsi carico di individuare la tendenza verso la malattia, a livello preclinico, per correggere i comportamenti sbagliati e fare in modo che il paziente non arrivi ad ammalarsi.

fonte: onda

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